martedì 4 ottobre 2011

Gocce

Una stanza silenziosa, uno scrittoio dinanzi ad una finestra. La città grigia e fumosa dietro un velo di incessante pioggia. La brina e le gocce d'acqua sulle vetrate.
Uno scenario banale, ne ho letti di simili mille volte sui libri che giacciono impolverati nella mia biblioteca, eppure eccomi qui, incapace di ignorare il battere della pioggia e di arrestare i ricordi che ne derivano.

Penso alla mia vita - già, ancora banalità. Penso alle storie che ho avuto: alcune belle e coinvolgenti, altre tristi e senza futuro. Ma scorrendo in questo album vedo di aver amato davvero, di quell'amore pazzo, disperato, capace di farti volare altissimo e farti schiantare al suolo, una sola volta e, ironia del destino, ho concesso quell'amore all'unica persona che non l'avrebbe meritato.

L'ho dato al mio primo amore, ormai un'epoca fa. Oggi, tra i ricordi ingialliti dal tempo, in questa stanza silenziosa e calma, sento la mancanza di quell'amore che non ho mai più provato. Ormai, giunto al tramonto della mia vita, temo di aver perso per sempre la possibilità di ritrovare quella stessa intensità.

Ora chiudo questo quaderno. Esco. Lascierò che quest'acqua incessante lavi via questi pensieri, come sadica mi ha costretto a sfogliare questi ricordi.

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