Uno guarda un quadro di arte moderna, ci sono dei tratti di colore nn meglio specificati e dice "L'autore è un genio. Ha voluto rappresentare il tormento interiore nell'affrontare la vita di tutti i giorni."
Uno legge una poesia ermetica e dice "In questa poesia l'autore ha voluto esprimere il disagio sociale della povera gente"
Un altro vede pulp fiction e dice:
"Il modo di esprimersi di Quentin Tarantino, ultima ventata di genio e sregolatezza che ci giunge dalla cultura dell'immagine USA, è segnato dal "dopo".
Dopo, non solo perché si occupa di atmosfere, situazioni, personaggi della letteratura poliziesca di serie B, tutta violenza ed erotismo, in voga negli anni Trenta e Quaranta. Ma, soprattutto, "dopo" perché il vero soggetto, e tutta la costruzione si alimentano di quella che viene ormai definita "Junk culture": cultura- spazzatura, oppure universo di segni che hanno ispirato e comunque segnato un'epoca.
Junk è naturalmente il drogato; ma anche il cibo frettolosamente ingoiato degli hamburger, e tutta una cultura fatta di telefilm, videogiochi ed “innocenti” evasioni.
Tarantino trasforma in cinema quei segni epocali attraverso il filtro di altre citazioni. Quelle cinematografiche: delle quali (come i Coppola, gli Scorsese, i Bertolucci o i Godard) si è nutrito fino ad esaurimento.
Succede allora che l'ingordigia, ma anche il piacere infinito, il distacco dal quale nasce l'irresistibile (e insostituibile, poiché dissacrante) umorismo, i riferimenti ai film, agli attori, alle scenografie, come pure ai cantanti, al rock, alla gestualità, a tutto quell'universo dell'immagine che ha marcato la fine di questo secolo, gli serve, brillantemente, per completare il suo assemblaggio di miti verso qualcosa che comincia ad assomigliare ad un film.
Al resto, a dargli quella forma definitiva che merita "Pulp Fiction", per inserirlo di diritto nella nostra memoria, è la formidabile, quasi sfrontata maestria sulla quale si costruisce lo sguardo cinematografico di Tarantino."
E' incredibile quanto la mente umana tenda a dare un significato complesso ad un'opera quando in realtà ne è priva, quando, cioè, l'unico senso è il non aver senso.
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