martedì 2 dicembre 2008

Quando si sta meglio?

Quante volte ho sentito, abbiamo sentito la frase "stavamo meglio quando stavamo peggio!"? Io personalmente l'ho sentita tantissime volte da gente di tutte le età.

Ma sarà davvero così?

Alle volte mi soffermo a pensare, ma prima ancora, ad ascoltare la realtà, ad osservare quello succede attorno a me. Un pezzo di conversazione, un pensiero ad alta voce, un anziano signore che cammina poggiandosi sul bastone, ragazzine truccatissime, e via dicendo.
L'altro giorno in circolare (quale luogo migliore per ascoltare la celebre frase!) mi è capitato di ascoltare un uomo che diceva: "10 figli si possono campare!" alchè una donna risponde: "seee, a farli è facile, ma a mantenerli è impossibile!"; l'uomo, senza battere ciglio, con una franchezza che mi ha davvero disarmato, fa: "ai miei tempi li abbiamo campati 10 figli!".
Come dargli torto? La famiglia di mia madre è numerosa, e quella di mio padre, seppur in misura minore, lo è ugualmente, a confronto di quelle di oggi.
Davanti all'incontestabilità di questa verità torno a chiedermi: è davvero così?

E' inutile dire che essendo un ragazzo, nato, cresciuto e vissuto in questa età dell'abbondanza, non posso essere del tutto d'accordo. Ora non siamo più sull'orlo della fame, viviamo meglio, abbiamo più servizi, più passatempi, possiamo informarci come preferiamo, ma in fondo al cuore sento che leggendo meglio quella frase, la realtà è diversa. La realtà è che una volta si viveva con 1 milione di lire (e parlo di "appena" 10 anni fa) e senza fare salti mortali. Una volta famiglie di 10-12 persone vivevano con un solo stipendio senza fare la fame.

Cosa si è inceppato?

Bè non sono un economista, nè tantomeno un sociologo e non pretendo di inferire verità che non siano sotto gli occhi di tutti. Penso con la mia testa e faccio pensieri semplici. Penso che oggi quello che non va è il consumismo. I nostri bisogni sono fondamentalmente gli stessi di prima, i nostri stipendi (purtroppo) sono quasi li stessi di prima, ma pur ammettendo un carovita eccezionale dovuto al passaggio all'euro e alla situazione internazionale, questa incapacità di mantenere più di un figlio è quantomeno strana.

Ma allora cosa è cambiato?

Quello che effettivamente è diverso è il nostro approccio al denaro. Tutti vogliono andare in vacanza, tutti vogliono un cellulare per ogni membro della famiglia (e non un cellulare qualsiasi, ma l'ultimo modello con ugktksmts, con super tach scrin, con fotocamera da 1000Mpxl, etc etc), tutti hanno ormai bisogno di internet, tutti vogliono il jeans Levis, la cinta D&G, e gli occhiali da sole Christian Dior.
Ovviamente io non mi tiro fuori, l'ho detto prima, sono un ragazzo, vivo in quest'epoca, e anche io spendo per tante cose che probabilmente non sono necessarie, che potrei evitare di comprare; ma come dicono gli psicologi, l'ammissione del problema è il primo passo verso la sua soluzione.
Detto questo, però, ho paura di essere un esempio isolato. Questa società è ormai assuefatta al superfluo, tanto assuefatta che non lo considera nemmeno più tale.

E allora forse è meglio quando si sta meglio ma solo se non si dimentica quando si stava peggio.

1 commento:

antonella ha detto...

Sono d'accordo con te...prima si doveva pensare a come spendere per andare avanti,oggi si pensa su quali cose spendere,senza porsi dei limiti...Il problema esiste,e sono certa ke tutti lo sanno,ma poki hanno capito ke di questo passo invece di stare meglio,si arriverà a stare peggio...