E' già ora di cena, forse è meglio tornare a casa. Mi capita ogni volta la stessa cosa; resto sotto quest'albero per ore senza rendermene conto.
Ogni volta che sono triste, annoiato, o incavolato, monto sulla vecchia 'Ley (Così chiamo la vecchia bici lasciatami da nonno) e corro qui. Sotto quest'ulivo tanto curvo quanto antico.
Per la verità non so nemmeno di chi sia questo podere, so solo che un giorno di giugno di qualche anno fa ci sono passato per caso, sempre su 'Ley, e il vecchio casolare abbandonato mi ha conquistato. E' una vecchia costruzione forse del '700, forse anche più datata, ormai rassegnata al tempo e alle cure più o meno magnanime della natura, su cui crescono rigogliosi ortiche, rovi, ed ogni genere di pianta predatrice di spazi umani.
Da allora vengo qui, mi siedo sotto questo anziano albero, ormai vecchio compagno di lunghi e silenziosi dialoghi del casolare, e assaporo la frizzante brezza di questa splendida terra; mi lascio accarezzare dalle tiepide dita di un sole che, come un bambino tentato da un barattolo troppo in alto, cerca di raggiungermi tra le fronde.
Alle volte scrivo qualcosa, altre volte leggo, più spesso resto solo, in silenzio, con un filo d'erba da succhiare, di quelli che da bambino chiamavo acqua e vino. E quando torno a casa, rinfrancato da tanta natura, mi sento sereno, come cullato tra le braccia di una grande mamma magnanima e silenziosa, che mi coccola e mi protegge.
1 commento:
troppo bello Luca...
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