martedì 13 maggio 2008

The 'show' must go on

Spesso mi ritrovo a pensare che c'è un'insana abitudine da parte della gente a guardare con gusto le disgrazie altrui. E spesso mi sono ritrovato ad osservare quanto chi fa giornalismo in realtà faccia puro spettacolo, sia scritto, che visivo. Ed è così che la strage di Erba, o il delitto di Cogne, o tanti altri fatti di cronaca sono trasformati in 'spettacoli' da guardare, da commentare al bar o dalle amiche di tè.

Quello che però non conoscevo, forse perché non avevo mai avuto modo di confrontarmi con questa realtà, è che l'intero "apparato giustizia" è organizzato come uno spettacolo di teatro. La 'colpa' non è dei giornalisti, il problema è molto più profondo e radicato.
Io sono un'idealista, lo ammetto, e da idealista vedevo la giustizia come la ricerca della verità al di sopra di ogni ragionevole dubbio. Ma oggi, dopo le esperienze che ho avuto in questi 2 giorni, devo ammettere di essere rimasto di sasso davanti allo 'spettacolo' a cui ho assistito. La giustizia è di per se stessa un teatrino. Non conta molto dire "la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità", conta molto più che si dica cose 'verosimili' e che queste cose siano dette in modo da risultare credibili. Non è tanto quello che dici, ma il modo in cui lo dici che spesso è importante.

Come posso credere in una giustizia in cui ciò che dici conta solo nella forma in cui lo dici?

1 commento:

Anonimo ha detto...

e senno xchè agli avvocati farebbero studiare oratoria?? ^_^

....è tutto molto bello ;)